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Barbara Wright e la sua eredità in Doctor Who

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Barbara Wright e la sua eredità in Doctor Who

Il mio viaggio con la serie classica di “Doctor Who” prosegue lentamente ma con crescente passione: due stagioni completate, 24 ancora da recuperare, mi sembra un ottimo bilancio equilibrato. Ma nonostante si possa dire che stia ancora muovendo solo i primi passi con le origini della serie, “Doctor Who” si fa riconoscere già dalle sue fasi inaugurali, ricordandomi perfettamente le lezioni che sa impartire, le emozioni che sa suscitare [come nessun altro] e in particolar modo l’inevitabile provvisorietà del percorso dei suoi protagonisti, soprattutto dei Companion.

Nell’arco delle prime due stagioni della serie infatti, che coprono un lasso di tempo di tre anni, ho imparato a conoscere, capire, amare e dire addio ai primi Compagni di viaggio del Dottore, al trio originale che ha occupato e vissuto il TARDIS dal 1963 al 1965, e oltre ogni mia possibile previsione, uno di loro aveva già fatto breccia nel mio cuore quando è andato via. Cosa posso dirvi? Ho evidentemente un debole per le insegnanti della Coal Hill School!

Barbara Wright

“Barbara I think was remarkable.
She was very glamorous for a teacher at Coal Hill school,
I suppose Jenna maintains that position.” – Peter Capaldi

La Companion a cui mi sono affezionata senza neanche rendermene conto è infatti una dei due insegnanti della scuola londinese da cui tutto ha inizio e si tratta di Barbara Wright. Nonostante in passato Russell T Davies abbia paragonato Barbara Wright a Donna Noble, credo che sia quasi evidente quanto Barbara sia stata, secondo me, un’ottima base di partenza per la creazione di Clara Oswald, che nonostante in apparenza sembri ricalcare il percorso di Sarah Jane Smith (soprattutto nella sua presenza reiterata nella vita di più incarnazioni del Dottore), è in realtà particolarmente vicina nei tratti caratteriali a Barbara, occupando anche lo stesso posto alla Coal Hill School (seppure in materie differenti, Barbara insegnava Storia, Clara invece Letteratura).

Ma al di là del semplice lavoro di docente, più imparavo a conoscere e ad amare Barbara, più rivedevo in lei alcuni dei lati che più adoro di Clara, espressi ovviamente in maniera differente e legati inevitabilmente al contesto storico di appartenenza ma troppo simili per essere ignorati e per non credere che in fondo ci sia stato un eco di Barbara Wright nella creazione di Clara Oswald.

Per questo motivo dunque, come omaggio a una delle donne che hanno segnato il debutto di “Doctor Who”, vi racconto i 5 aspetti che più ho amato di Barbara Wright e vi spiego perché in alcuni di questi ho rivisto chiaramente la Companion che mi ha rapito l’anima.

1. Equilibrio e indipendenza

La caratterizzazione di Barbara è stata fin dal principio sorprendentemente moderna, anche più di quanto mi aspettassi. Insegnante di Storia oltre “i trenta”, in un periodo come gli anni ’60 in cui le donne erano ben lontane dall’ottenere il riconoscimento che gli spettava soprattutto in ambito lavorativo, Barbara Wright era una donna che non aveva bisogno di definirsi attraverso un matrimonio o una relazione perché si bastava così com’era, perché ho sempre avuto la sensazione che fosse ben soddisfatta della sua vita e del lavoro che l’appassionava.

Nonostante dentro di sé avvertisse certamente il bisogno o forse la speranza di avere qualcosa di più, qualcosa di diverso dalla comune quotidianità (non lo vogliamo tutti?), credo che Barbara lo desiderasse esclusivamente per se stessa, che le sue aspirazioni andassero ben oltre la ricerca di un compagno o di un marito e si perdessero invece nella ricerca impossibile di una vita sorprendente. Penso che Barbara Wright, proprio come Clara all’inizio della sua storia, ci stesse bene nella sua vita ma penso anche meritasse molto di più, meritasse la possibilità di eccellere.

Barbara Wright Barbara Wright

2. Carattere forte

“Young lady, I’ve been underestimating you” – The Doctor

Nei primi atti della sua storia, Barbara appare inevitabilmente scossa e turbata dalla realtà del TARDIS e dalla vita del Dottore, soprattutto di uno poco affabile come il Primo, ritrovandosi a volte anche meno incline all’avventura rispetto a Ian. Ben presto però, più inizia a viaggiare, a vedere meraviglie e a conoscere momenti storici di cui aveva solo letto nelle pagine dei libri, più Barbara si afferma nella sua personalità decisa e nel suo carattere particolarmente forte.

Barbara Wright Barbara Wright
Barbara Wright Barbara Wright

Barbara si mostra come il tipo di donna che non permette a nessuno di lasciarla indietro, una donna che preferisce avere il controllo della situazione quando può (Clara Oswald è praticamente l’evoluzione massima di questa tendenza, lei ha TUTTO sotto controllo, SEMPRE), che prende in mano le redini della situazione ogni volta che è sola, tiene testa al Dottore senza riserve anche quando affronta i suoi lati più spigolosi e lo spinge a scusarsi con lei e a dimostrare col tempo un’umanità che inizialmente sembrava ben celata. Barbara Wright era una donna che in tanti avrebbero potuto sottovalutare e come ogni volta che questo accade, ne avrebbero poi pagato le conseguenze.

Barbara Wright Barbara Wright
Barbara Wright Barbara Wright

3. Capacità di adattarsi

L’aspetto che più mi ha colpito e affascinato della personalità di Barbara Wright è stato il suo rapido percorso di crescita e di adattamento nei confronti della sua nuova vita e soprattutto della nuova realtà che si apriva davanti ai suoi occhi. Nonostante al principio Barbara si senta fuori posto in quelle folli avventure in cui era stata catapultata, in breve tempo la sua passione per la storia e quella verve elettrizzante che scorre con eleganza sotto la sua apparenza raffinata le permettono di entrare davvero in contatto con le meraviglie offerte dallo spazio e dal tempo e Barbara trova facilmente la chiave di lettura e interpretazione dei viaggi nel TARDIS e delle avventure con il Dottore.

Barbara Wright Barbara Wright
Barbara Wright Barbara Wright

Tante volte, grazie anche a una scrittura di spessore e moderna, che è solita dividere le strade dei quattro protagonisti affidando a ognuno di loro un percorso individuale, Barbara ha una sua storia indipendente negli archi narrativi degli episodi e dimostra di saper reggere straordinariamente una realtà fuori dall’ordinario, lontana anni-luce dalla quotidianità terrestre ma che Barbara affronta con uno sguardo umano universale. La partecipazione attiva tra gli Aztechi, la naturalezza della visita nella Roma Neroniana, l’esperienza dimostrata durante la rivoluzione francese, l’alleanza strategica con i Menoptera, la ribellione contro l’invasione Dalek nel futuro, Barbara è costantemente in controllo, non dipende da nessuno se non da se stessa e trova sempre il giusto mezzo per affrontare il suo percorso anche ai confini dell’universo.

Barbara Wright Barbara Wright
Barbara Wright Barbara Wright
Barbara Wright Barbara Wright
 

4. Armonia di diversità

“A very capable human being, gentle yet with strong determination and courage” – Sensorite

Questo è il lato di Barbara Wright che, ai miei occhi, la rende più simile a Clara Oswald: da una parte infatti, Barbara sa essere estremamente empatica, entra facilmente in contatto con le emozioni altrui indipendentemente dalla loro specie, soprattutto se sono più giovani [come Susan o Vicki] e sa fare squadra in qualsiasi contesto si ritrovi, conquistando l’ammirazione di chiunque l’accompagni.

Barbara Wright

Dall’altra parte però Barbara sa anche essere adorabilmente testarda, mostrando un carattere che oserei descrivere quasi simile al Dottore a volte, astuta, coraggiosa, irriverente quando serve, meravigliosamente divertente al momento giusto, rivelando una schiera di piccoli dettagli che rendono il personaggio vero e la sua personalità complessa e sfaccettata. In un percorso che, col senno di poi, mi appare particolarmente somigliante a quello vissuto da Clara tra l’ottava e la nona stagione, in cui spesso si è ritrovata ad affrontare avventure “individuali”, Barbara ha presentato una caratterizzazione in costante evoluzione che alla fine ha ritratto una Companion capace di vivere e reggere la storia con incredibile indipendenza narrativa.

5. Impara e resta se stessa

Barbara: “What is the point of travelling through time and space
if I can’t change anything?!”
Doctor: “That’s the good you’ve done.
You failed to save a civilisation, but at least you helped one man.”

Barbara Wright impara sempre e da tutti nonostante custodisca sempre quel suo orgoglio ben definito. Impara la lezione sull’impossibilità di cambiare la storia ma accoglie anche l’importanza di salvare almeno una vita; impara a parlare col Dottore e a capirlo meglio di chiunque altro, creando con lui un legame paritario in cui raggiunge il Signore del Tempo sul suo stesso piano e si rapporta a lui con gentilezza e fierezza, con comprensione e sfida;

impara a lasciarsi coinvolgere dalle storie che vive quanto la sua umanità richiede ma a creare il giusto distacco come i viaggi nel tempo e nello spazio obbligano. Barbara assorbe quanto più può dalla sua vita con il Dottore ma rende questi insegnamenti e queste conoscenze il completamento di una personalità definita fin dal principio e che quindi le permette di ritornare alla sua realtà di partenza senza rimorsi.

 

“As we learn about each other, so we learn about ourselves” – The Doctor

Barbara Wright mi ricorda Clara Oswald perché è stata totale, assoluta, ha vissuto senza riserve e condizioni, ha imparato e insegnato, ha conosciuto il Dottore più di quanto abbiano fatto Ian o Vicki a mio parere, perché si è avvicinata a lui da pari, da amica, da alleata, e ha capito come parlargli. La maggiore differenza che posso ammettere e riconoscere tra Barbara e Clara sta però nella loro conclusione di questo rapporto e di questa avventura: Barbara avverte a un certo punto il bisogno di tornare a casa, di riprendere quell’ordinarietà che non le pesava e di lasciar andare la vita col Dottore, salutandola come un dolce ricordo; Clara aveva ritrovato la sua vera casa nel TARDIS e la vita che meritava accanto al SUO Dottore, e non avrebbe mai rinunciato a nessuna delle due se non fosse stata costretta a farlo.


Barbara Wright mi ha sorpreso, perché non immaginavo di poter ritrovare in un personaggio del 1963 echi di ciò che più amato dal 2013 in poi, perché non avevo capito quanto il personaggio della Companion fosse ben definito in tutti i suoi aspetti migliori fin dalla sua ideazione. Sono solo all’inizio del mio viaggio nel TARDIS “originale” e probabilmente mi innamorerò ancora di tante altre Companion [Vicki ha già il mio affetto], ma Barbara Wright avrà sempre un posto importante nelle mie preferenze, come se fosse destinata ad “appartenermi” ma in un altro tempo e in un altro mondo.

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

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