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American Horror Story: Roanoke | Recensione 6×10 – Chapter 10

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American Horror Story: Roanoke | Recensione 6×10 – Chapter 10

Ed eccoci giunti all’ultima recensione di American Horror Story. La stagione è finita, i pareri del pubblico sono contrastanti e moltissime domande sono rimaste senza risposta, aspetto tipico di American Horror Story, del quale non ci stupiamo nemmeno più di tanto.
Prima di commentare quest’ultimo episodio e tirare le somme della stagione, permettetemi di rispondere alla domanda principale:
Stagione bocciata o promossa?
Nì. Diciamo promossa, con debiti formativi da recuperare.
Se avete letto le mie recensioni nelle settimane passate, non avrete faticato a notare che ho sparato a zero su ogni singolo episodio e, mano a mano, vi ho anche spiegato i motivi: buchi di trama, espedienti campati in aria, scarsa – se non addirittura inesistente – crescita dei personaggi. Insomma, la roba di cui lamentarsi c’era.
Eppure, in fin dei conti, non me la sento di bocciare in toto la stagione. A mio parere con gli ultimi due episodi si è sollevata leggermente, superando Coven. Ciò non toglie che nella mia personale classifica Roanoke ricopra attualmente il quinto posto.
Detto questo, inquadriamo un po’ gli eventi di Chapter 10.

Il sequel è terminato e facciamo un salto indietro, agli eventi post My Roanoke Nightmare. Durante la convention ho avvertito una forte fitta di disagio perché a) io alle convention ci vado, e b) non mi ero mai accorta di quanto ridicoli possano apparire i fan in quei contesti. Sinceramente. E ve lo dice una che potrebbe o non potrebbe aver pianto di fronte a Jared Padalecki l’anno scorso.

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Le nostre star sono tutte felici: gli attori perché ora sono famosi, i non attori perché sono famosi e, più di tutto, non sono morti. Non immagino motivo migliore per gioire. Però poi sappiamo come è andata, e come è finita: forse sarebbe stato meglio se si fossero limitati a girare il mondo e a incontrare i fan.
Ulteriore salto in avanti, che ci mostra che la vera protagonista della serie è sempre stata Lee: Lee che ha ucciso il marito di sua spontanea volontà, Lee che viene processata e dichiarata non colpevole nonostante trilioni di prove contro di lei, Lee che partecipa a trasmissioni televisive per parlare con la figlia, testimone dell’omicidio del padre.
Insomma, un po’ di intrattenimento televisivo italiano vecchio stile.
Il nostro caro Ryan ripesca dal cappello degli orrori Lana Banana, che per essere un’anziana signora si presenta meglio di me che c’ho 24 anni. Tutti a fare la ola da stadio “yeeeeeeeeeeh Lana Banana, yeeeeeeeeeh collegamenti, yeeeeeeeeh stagione migliore della storia”, e nessuno a dire che la sua presenza non era affatto rilevante ai fini della trama. Cioè, togliete Lana dall’equazione e tutto va avanti lo stesso. Di certo si è trattato di una chicca per i fan, ma totalmente non necessaria.

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Sapete che penso? Da quando un utente tumblr – o un utente reddit – se n’è uscito con la storia dei collegamenti, Ryan & Co. si saranno detti “oh ma, ‘sta storia dei collegamenti è una figata pazzesca! Piazziamo un po’ di roba random, senza alcun criterio. I fan impazziranno” e ci han preso. Bravo, Ryan! Anche quest’anno il premio Concentriamoci su dettagli irrilevanti invece che sulla trama principale va a te e a te soltanto.
Ad ogni modo, le cose iniziano a sfuggire di mano: Flora scompare di nuovo, un fan di Trump col fucile irrompe nello studio di Lana e Lee si ritrova nuovamente nella Casa dell’Omicidio. Riassuntino della scena finale?
Flora, no!
Flora, sì!
Flora vuole proteggere l’amichetta Priscilla dalla Macellaia – attenzione: vuole proteggere l’amichetta già morta da una pazza che è famosa per ammazzare chiunque le capiti a tiro – e Lee, nel disperato tentativo di riallacciare i rapporti con la figlia, si offre volontaria agli Hunger Games di American Horror Story. Flora si salva, Lee muore e la casa esplode.

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Lì parte una seconda ola da stadio “yeeeeeeeeeeh beccati questo, Macellaia! Abbiamo distrutto la casa! Ahah!” senza che nessuno realizzi che sono tipo dieci puntate che la Macellaia, nell’esercizio della sua attività, non fa che dire sacrifichiamo ‘sto coglione di turno per purificare questa TERRA. Non casa, ma terra! La puntata e la stagione si concludono con i roanokiani pronti a far festa, con birra, musica e budella. Sì, muoiono quasi tutti. Sì, come in tutte le altre stagioni.

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Ora, se siete ancora con me e state leggendo, sappiate che adesso inizierà una breve analisi degli aspetti più discussi della stagione. Come ho già ribadito più volte, questa stagione ha diviso il pubblico in maniera netta. Per farvi un esempio, qualche giorno fa passeggiavo con una delle mie più care amiche e, parlando di American Horror Story, lei a stento è riuscita a trattenere l’entusiasmo. Trova che sia stata una stagione magnifica, una delle migliori. Io… beh, io no.
Perché questa stagione non ha sfumature, o la si ama o la si odia. Ma vi imploro, non uscitevene con frasi del tipo “a me è piaciuta. Se non vi piace è chiaro che o non l’avete capita o non avete la sensibilità giusta per apprezzarla” perché è una stronzata colossale. Trattandosi di horror, ed essendo l’horror pieno di sfaccettature differenti, è piuttosto normale che uno prediliga un sottogenere piuttosto che un altro. Io, per esempio, ho amato l’horror di Murder House, il suo porre l’accento sui personaggi e sulla loro psicologia – anche se sotto questo aspetto Asylum ha fatto un lavoro migliore – mentre Roanoke, con il suo splatter perenne, non sono riuscita ad apprezzarlo, proprio perché non è il sottogenere che prediligo.
Dunque, e che sia chiaro, io ho capito questa stagione e ho tutta la sensibilità del mondo per comprendere una serie tv, ma ciò non toglie che, alla fine della fiera, Roanoke non mi è piaciuta. Ragazzi miei, può capitare.
Quindi, prima di sputarmi in faccia perché ritenete che questa sia la migliore stagione so far, lasciate che commenti quei punti a favore che mi è capitato di leggere in rete.
Il falso documentario è uno stile innovativo di narrazione. E no, non lo è. Lo è per American Horror Story, certo. Ma parlare di stile innovativo quando ci sono moltissime altre serie che lo usano da anni è un parolone. Soggettivamente è uno stile narrativo che non mi piace, ma in questo caso serviva a trasmettere agitazione e paura, serviva a farci immedesimare nei personaggi, e credetemi non mi lamenterei di questo aspetto se non lo avessero mandato a quel paese negli ultimi tre episodi: inquadrature di casa Polk che non si capiva da dove saltassero fuori di preciso, ultimo episodio che era un continuo rimbalzare tra inquadrature amatoriali, riprese dall’alto e riprese da trasmissione televisiva. Insomma, se abbiamo fatto quasi tutta la stagione in un modo, un po’ di coerenza non avrebbe fatto schifo. Oppure si poteva optare per l’abbandono dello stile documentaristico per l’ultimo episodio. Avrei preferito o l’una o l’altra cosa e non un mix di entrambe.
Sempre meglio di Hotel! Sì ma, ragazzi miei, non è che si può dare del capolavoro a qualcosa solo perché, paragonata ad altro, non ha fatto schifo. Non è così che funziona! È come trovarsi un partner mediocre e dire “no ma ci sto bene perché quello che frequentavo prima era molto peggio”. Cioè… no. Proprio no.
Le interpretazioni sono state eccezionali. Ma è anche vero che sono già sei stagioni che abbiamo a che fare con gli stessi attori. Sappiamo che sono bravi. Sappiamo che hanno talento. Non è che si tratti di un fattore che sposta l’ago della bilancia! Vogliamo davvero stupirci dell’interpretazione della Paulson? Okay. Come volete.
Tutto questo mistero non si vedeva da tempo. Eh, pure troppo! Mi sta bene tutto, davvero, ma sul serio mi state dicendo che siete soddisfatti di tutte le cose lasciate in sospeso? La Strega dei boschi che ruolo aveva? Da spettatrice posso solo ipotizzare che volesse genuinamente aiutare le donne oppresse dagli uomini – prima la Macellaia e poi Lee – ma è davvero così? Non vi disturba il fatto di non saperlo? Lee, che sotto l’influenza della strega, ha trucidato un sacco di gente nel penultimo episodio e poi è andata avanti come se nulla fosse, non vi fa sorgere nemmeno una piccola domanda? Va bene così, quindi?
È inutile lamentarsi delle cose che non hanno senso perché AHS affronta i cliché dei film horror. E qui avete pure ragione. È inutile lamentarsi del nonsense di questa stagione, perché ogni stagione ne ha una dose rilevante e se iniziamo a interrogarci su tutto, tanto vale iniziare a guardarsi un bel documentario storico sulla Mesopotamia, che è sicuro che ci viene spiegato tutto per filo e per segno. Però… dai! Avrei fatto a meno di dirlo, ma la fan sfegata di Lee e il suo video di YouTube in quest’ultimo episodio ha palesato la perplessità più grande, quella che non si può ignorare: perché cavolo Lee ha deciso di tornare nella casa? Dato che è stata lei, consapevolmente, ad uccidere Mason, perché tornare nel posto in cui non solo avrebbe rischiato la vita, ma addirittura avrebbe rischiato di rivelare la verità? E che nessuno provi a dirmi che lo ha fatto per provare la sua innocenza, perché non sta né in cielo né in terra che una persona, colpevole di omicidio, torni nel luogo del delitto circondata da telecamere per una ragione diversa da quella di eliminare qualche prova a suo sfavore, e considerando che prima del nastro della confessione una prova simile non esisteva: tutta questa storia è la parte più nonsense della stagione. E io non riesco ad ignorarla.
E poi sì, certo, ci sono anche altre domande: perché le vittime del sequel non si sono viste per nulla dopo la morte? Perché i Chen erano fantasmi stile The Grudge? Ma qui non riflettiamoci troppo. È successo e basta.
Vi piace l’idea di un horror che affronta i cliché dell’horror? Allora andate a vedere The Cabin in the Woods, mi ringrazierete.

Quindi, in conclusione, la stagione è finita e la mia reazione è stata questa:

oh-shit-im-okay

E voi cosa ne pensate di questa controversa sesta stagione? Fatemelo sapere nei commenti. Grazie per aver seguito questa stagione insieme a me e, in attesa della prossima, vi invito a passare da American Horror Story ITALIA per restare sempre aggiornati su tutto!

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

10 COMMENTS

  1. Questa serie non mi è piaciuta affatto.
    L’ho trovata noiosa.
    I primi 5 episodi li ho trovati migliori, il tema era innovativo per essere AHS… ma dal 6 in poi la noia più totale.
    L’Horror che ha nel titolo è sparito.

    Ovviamente è un mio parere personale.

    • Ma certo, come ho ripetuto più volte, questa stagione è la prova che una serie come AHS ha impatti diametralmente opposti sulle persone. Non è piaciuta nemmeno a me. E io ho apprezzato Hotel, che invece viene da tutti denigrata.
      De gustibus, insomma!
      Grazie per il commento!

  2. Secondo me questa stagione ha risentito della contemporanea produzione di scream Queens: splutter e demenzialitá, che messe insieme dai, si adora! Continua satira, ma nello stesso tempo paura. Si a me queste entrate in aspettate hanno fatto venire un infarto ogni volta. Ps. Senza dubbio Asylum è il capolavoro che non si ripeterà.

    • Io nutro sempre la speranza che una gloria come Asylum possa ripetersi un giorno. Sono un’ottimista!
      Grazie per il commento!

    • Ciao Alessia. Purtroppo la scorsa settimana è stata davvero infernale per me, tra impegni universitari fuori porta e problemi vari, quindi non ho avuto il tempo materiale di scrivere la recensione del nono episodio. Arrivati ormai all’ultimo, ho preferito concentrarmi solo su questo 🙂

      • grazie della risposta…credevo di essere rimbambita io che non la trovavo 😀 cmq sono d’accordo….a me nn è piaciuta per nulla.

  3. Concordo su tutto, soprattutto sulle critiche ingiustificate: se questa stagione non mi ha fatto impazzire è un problema mio,e sicuramente non vado in giro armata di mannaia stile Agnes a cercare di far cambiare idea a chi invece l’ha trovata geniale. Semplicemente de gustibus.
    All’inizio vedevo delle potenzialità, poi la mancanza di coerenza e di accuratezza si è fatta sentire troppo; tante, troppe cose gettate a caso senza una spiegazione; quando mi sono arresa al non sense e alla stupidità dei protagonisti me la sono goduta un po’ di più. Nelle ultime due puntate, con questi esperimenti di meta-televisione ho iniziato addirittura a pensare che il vero horror della stagione fosse farci capire quanto la televisione stessa e i reality fossero in grado di condizionare il pubblico e spingerlo ad azioni suicide (perchè in quella casa ci tornano tre gruppi diversi: cioè ad un certo punto capisci che la gente lì ci muore, quindi fai un favore a tutti e resta a casa)… ma nulla, il finale con Lee che diventa un fantasma per fare da mamma a Priscilla e redimersi nei confronti di Flora mi ha fatto ricredere su tutto il mio film mentale alla Black Mirror. In sostanza un grande ni, che forse è più un no.
    La domanda che più mi affligge alla fine è: ma Lana Banana dorme nel freezer? Quella donna si è conservata meglio dell’eternit

    • Hai colto nel segno! Forse il mio problema più grande è che ho continuato a prenderla troppo sul serio, dall’inizio alla fine. Dovevo arrendermi. Arrendermi al nonsense e andare avanti, ma non ce l’ho fatta.
      Lana Banana ottantenne credibile quanto me quando cerco di truccarmi coi tutorial di youtube!
      Grazie per il commento, cara 🙂

  4. Secondo me è stata la terza migliore stagione di AHS! La trama mi è piaciuta moltissimo e Kathy Bates è stata davvero immensa nel ruolo della Macellaia. Ho apprezzato molto anche Cuba Gooding JR mentre sinceramente a me Adina Porter proprio non piace…non mi piaceva nè lei come attrice e nè il suo personaggio che per certi versi ricordava Lana Winters in versione psicopatica. Unica nota a parer mio che ha rovinato la stagione oltre che ai buchi di trama che hai già citato,troppi attori del main cast sono durati due puntate…tipo Rory che utilità ha avuto se non per morire e finire la scritta MURDER? E il finale di stagione è stato migliore di quello di Coven ma in contrasto con tutta la stagione…

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