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American Horror Story: Roanoke | Recensione 6×05 – Chapter 5

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American Horror Story: Roanoke | Recensione 6×05 – Chapter 5

“Puoi dire addio alla tua collezione di dipinti costosi!”
“Noooooo, la collezione di dipinti costosi nooooooo!”

Questo episodio di Sensualità a Corte è stato tutto quello che ho sempre voluto dalla vita!
Prima di tutto, facciamo un passo indietro. Come mi è stato fatto notare da un’utente della pagina American Horror Story ITALIA, il riferimento a Freakshow nello scorso episodio c’è, di fatto, stato, e possiamo dire che è stato più chiaramente sottolineato in questo quinto episodio: abbiamo l’antenato di Dandy Mott, quindi la nostra piccola teoria complottistica resta in piedi!
In secondo luogo, dopo settimane in cui tutti ci chiedevamo che fine avesse fatto Evan Peters – e io avevo ipotizzato potesse nascondersi sotto la testa del maiale- ecco che vengo smentita ancora: Evan Peters non interpreta il Piggy Man in questa stagione. Anzi, meglio… interpreta il baronetto Jean-Claude di Sensualità a Corte. Grazie, Dio dei telefilm. Grazie.

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Purtroppo per le fan di Evan, il nostro biondone preferito – in questa stagione pel di carota – è “innamorato” del suo valletto, Renato (aka Batman) Guinness, quindi non c’è trippa per gatte. Mi spiace.
Edward è stato il primo proprietario – nonché costruttore – della casa. In parole povere, è quello che ha rotto le balle per primo a Kathy Bates.
Mi preme assolutamente elogiare la recitazione di Evan. Mi è piaciuto molto come sia riuscito ad imitare nei movimenti e nel tono di voce il nostro famigerato Dandy Mott, mostrando le analogie tra questi due personaggi: entrambi ossessionati in maniera folle da qualcosa. Per Dandy erano i Freaks, mentre per Edward sono i dipinti.

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Perché i dipinti non giudicano la tua sessualità!
Forse non ne era al corrente, ma neanche un pesce rosso ti giudica per la tua sessualità, ed è di certo più economico.
Comunque, non passano due giorni prima che Edward venga trasformato in uno spiedino. Le grigliate di ottobre dei roanokiani vanno un casino… da sempre.

Ma torniamo al presente, dove Shelby, Matt e Flora sono ancora intrappolati in casa. Matt ha l’idea geniale: io li distraggo, voi prendete la macchina! Perché quelli sono spiriti che non sono in giro da secoli ad ammazzare gente e quindi non immagineranno mai il loro subdolo piano di evasione! #sarcasm
La casa viene improvvisamente invasa da ogni genere di fantasma: abbiamo Ambrose alla porta (Salve, Testimoni di Geova! Ha un momento?), cacciatori coi fucili e il mio preferito: il fantasma/demone giapponese di The Grudge.

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Cioè, ragazzi… ma che roba è? Ma cosa c’entra? E va bene che avevamo un’intera famiglia asiatica in quella casa, ma questo tipo di spirito esattamente cosa c’entra con il contesto? Non voleva ucciderli, non voleva fare del male a Flora, le ha soltanto lasciato l’impronta della mano sul braccio, cosa che si è aggiunta alla lista di “cose strane che non mi tornano” di questo episodio.
Edward accorre in aiuto dei protagonisti.

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“Ci vuole salvare la vita, signor donna con la parrucca?”
“No, ma se dovete morire, gentilmente, non fatelo a casa mia. Che non c’ho voglia di affittare ad altri inquilini.”

Sapete bene che cosa è successo. Sapete che i nostri eroi sono scappati per poi essere riacciuffati. Sapete che abbiamo rivisto Elias, grandissimo momento in cui ci siamo detti che forse non era tutto perduto, forse non tutti dovevano per forza morir- BAAAM, morto. Stavolta per davvero.
Sapete che i protagonisti sono stati ricondotti dalla macellaia. Insomma, tutto sta per andare male, l’unica ragione per cui sappiamo che i protagonisti sopravvivranno è questo cavolo di documentario. Ma aspetta, Flora non c’è nel documentario… il panico si intensifica, Flora muore, ce lo sentiamo.
Succede qualcosa.
Ambrose, che come un povero stronzo s’è dovuto sorbire la madre che diceva alla signora pazza delle campagne di quanto doloroso fosse vedere morire un figlio (e qui vi riporto la sua espressione)…

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“Sono una persona tristissima”

… si sente un attimino preso i fondelli, così esplode, accusa la madre di essere una megera, la colpisce, e poi è subito Ferragosto: falò in piazza, gente libera e ubriaca.

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Tutto bellissimo, ma il Piggy Man non ci sta. È una questione di principio: lui è stato affettato per bene mentre la ragazzina si salva? Nossignore. L’arrivo di Lee è provvidenziale: suino investito, salvataggio riuscito, tutto è bene ciò che finisce bene.
Avete visto l’episodio, sapete tutti com’è andata. Eppure ci sono alcune cose che proprio non mi tornano, e che vi elenco qui di seguito:

  1. Il fantasma e l’impronta della mano sul braccio di Flora. Come vi avevo già detto, ho trovato questa cosa alquanto particolare. E se fosse un modo per rintracciare la bambina – e quindi tutti i protagonisti – fuori dal territorio? Un GPS soprannaturale, se vogliamo. Perché dubito che la loro disavventura si sia risolta così facilmente e così in fretta. A meno che, certo, non sia una cosa buttata lì a caso, come gli alieni della seconda stagione. Plausibile.
  2. “If you tell the truth, you don’t have to remember anything”. Ricordate l’interrogatorio di Lee? Lee, che si dichiara innocente per la morte dell’ex marito, afferma che chi dice la verità non deve ricordare nulla, quindi il tentativo della polizia di farla crollare è stato inutile. Abbastanza strana, però, è stata la dichiarazione della Shelby del documentario, che alle telecamere ha rivelato di non ricordare molto di quella notte. Potrebbe essere un caso, ma magari no. Comincio a credere che la storia raccontata non ricalchi quello che è accaduto davvero. Il punto è: perché mentire?
  3. Priscilla. Poco prima del sacrificio, Priscilla rimprovera alla Macellaia di aver promesso che avrebbe lasciato Flora per ultima. Ma a che pro? Uccidere la ragazzina per ultima (o per prima) avrebbe davvero cambiato qualcosa? Tra l’altro non mi è chiaro il meccanismo di questo sacrificio: il numero delle vittime è irrilevante? Ne è sufficiente una sola?
  4. La polizia. Il poliziotto che ha abbandonato Lee nel momento del bisogno – e che ha passato questi cinque episodi ad essere uno dei personaggi più sospetti – è forse in combutta con i roanokiani?
  5. La strega. Questo probabilmente è l’aspetto che mi ha fatto storcere il naso più di tutti. Dal momento che Gaga è “the bitch with the real power”, lei dov’era mentre Matt, Shelby, Lee e Flora si davano alla fuga? Non credo che fermarli sarebbe stato complicato. A meno che non volesse la loro fuga, per qualche motivo che non ci è dato sapere.

Insomma, il punto è questo: perché la loro fuga mi è sembrata così finta? Questo è American Horror Story, non è possibile scappare, non così e non senza conseguenze.

Il prossimo episodio è quello della svolta, quello che darà inizio alla vera trama della stagione e io sono convintissima che il racconto che ci è stato mostrato nel documentario rappresenti solo il 50% della realtà dei fatti.
Potrei sbagliarmi, ovviamente. Ma davvero non sentite una nota stonata nell’insieme delle cose? Qualcosa che proprio non torna? Fatemi sapere le vostre teorie complottistiche nei commenti, vi aspetto!
Io vi posso solo dire la mia. Perché ho una teoria, che è un po’ assurda ma proprio non riesco a togliermela dalla testa. E se i riferimenti alle vecchie stagioni di American Horror Story non fossero un caso? Se il documentario fosse stato creato per elogiare questo universo che conosciamo da cinque anni, in un meta universo alla The French Mistake di Supernatural? Se fosse questa una stagione in cui i protagonisti sono attori che operano per citare American Horror Story?
Mal di testa? Pensateci su!
Altre teorie invece sono sorte post-promo del sesto episodio. Quel “continua a riprendere, qualsiasi cosa succeda” ha fatto pensare che magari Matt, Shelby e Lee siano in realtà morti e, come fantasmi, si siano prestati a raccontare la loro storia. Io, personalmente, non credo sia plausibile. E se anche lo fosse, sarebbe una svolta poco originale. Abbiamo visto tutti The Others, non possiamo più stupirci!

Ne sapremo di più la prossima settimana! Prima di lasciarvi con il promo del prossimo episodio, vi invito a passare come sempre da American Horror Story ITALIA.

P.S. Notate che adesso si parla di American Horror Story: Roanoke e non più di My Roanoke Nightmare…

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Classe 1992, messinese, ha viaggiato molto durante la sua vita pur non avendo staccato gli occhi dal computer: ha passato un certo periodo a San Francisco con le sorelle Halliwell e ha frequentato il liceo di Sunnydale; ha bazzicato per un po' al Sacro Cuore, è precipitata su un'isola sconosciuta e ha passato parte dei suoi anni on the road a bordo di una Chevy Impala del '67. Deve alle serie tv la sua felicità attuale e la sua più che certa infelicità futura (sa fin troppo bene di non poter incontrare un Klaus o un Dean Winchester dietro l'angolo, purtroppo). È ossessionata dagli angeli, da Leo di Charmed ad Angemon dei Digimon; da Angel di Buffy (che non è un angelo ma... who cares?) a Castiel di Supernatural, e spera di cuore che arrivi a salvarla dalla perdizione telefilmica, almeno quel tanto che basta da farla laureare senza problemi in tempi accettabili.

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