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Agents of S.H.I.E.L.D. | Recensione 2×08 – The Things We Bury

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Agents of S.H.I.E.L.D. | Recensione 2×08 – The Things We Bury

“La sperimentazione è necessaria per la scoperta.”

Agents of S.H.I.E.L.D. ci mostra l’HYDRA nell’Austria del 1945 alle prese con sperimentazioni umane per capire come reagisce l’obelisco al contatto con esseri umani diversi, sperimentando le reazioni per razza. La strage è annunciata, quando una ragazza non viene uccisa dall’obelisco e la reazione dell’oggetto è quella di illuminarsi e di mostrare i segni alieni.
Veniamo a sapere dal padre di Skye che l’obelisco conduce ad un luogo, che è una chiave che porta chi ne è “meritevole” in un posto dove è in grado di fare cose grandiose.

“Esiste un luogo e se una delle persone speciali di cui parlava portano il Divinatore in quel luogo speciale, non si limiterà ad uccidere. Farà qualcosa, scientificamente parlando, di molto, molto più figo.”

Bentornati nei misteri di Agents of S.H.I.E.L.D.

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Mentre l’HYDRA si prepara a farsi condurre alla città misteriosa, Coulson cerca di prevedere le loro mosse, mentre l’agente Morse interroga Bakshi (e la cosa diverte molto Hunter).

In tutto questo, dove si trova il nostro caro Ward?
Ed eccolo che riappare, sempre in grande stile, scaraventando il fratello fuori dalla sua automobile.

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Ward sembra intenzionato a tutti i costi a vendicarsi del fratello, trascinandolo nei boschi alla ricerca del pozzo della loro infanzia.
Una volta trovato il pozzo, Ward costringe il fratello ad ammettere che quanto successo in passato non è stata colpa sua ma del fratello.

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Dopo minacce e colluttazione, la verità viene fuori.
A buttare Thomas nel pozzo fu Christian e non il nostro Ward. Il senatore voleva infliggere una pena alla madre, simile a quella inflitta a loro. Dopo le scuse di Christian, Ward si trasforma e perdona il fratello, abbracciandolo.

Immagine7 Il passato di Ward e della sua famiglia è tormentato e oscuro. Ogni          decisione presa da lui sembra il riflesso delle cattiverie che ha subito, oltre  che un riflesso delle convinzioni che il fratello gli ha inculcato. Intravedo in questa scena una parte di Ward buona che non vuole far del male, ma  semplicemente rievocare quella verità che è sepolta da troppo tempo. Vuole  semplicemente ritrovare l’amore che gli è stato rubato e ritrovare se stesso,  libero di essere davvero sè senza le cattive convinzioni e manovre degli altri.  Questa scena, però, è emblematica e lo capiremo nel corso della puntata.  

Ward  non è sempre (forse mai) ciò che apparentemente mostra.

 

 

Torniamo al nostro team.

Mentre May e gli altri agenti cercando di “conoscere il loro nemico”, Coulson, Trip, Skye e Fitz vengono incaricati di compiere azioni sul campo. Sì, finalmente Coulson rimette in azione anche Fitz, invogliandolo ad esercitarsi e a dare il meglio di sé, sottoponendolo ad una missione a tempo determinato che è importante per l’intero team.

Finalmente.

Fitz non si perde d’animo e inizia a lavorare assiduamente per riuscire a fare tutto in sei minuti esatti.

Simmons, intanto, trova il rapporto originale 0-8-4 firmato dall’agente Carter.

“Peggy Carter, la fondatrice, guarda caso inglese, lo ha tenuto in mano.”

L’entusiasmo di Simmons per queste cose da “nerd” fa sempre tenerezza.

Agents of S.H.I.E.L.D. non smette di fare parallelismi con la serie Agent Carter, riproponendo una scena dell’agente Carter in un interrogatorio con Whitehall.

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Dall’interrogatorio con l’agente Carter, veniamo a sapere che il Divinatore è sulla Terra per porre fine al genere umano e per decidere chi erediterà la Terra.
Il padre di Skye sembra intenzionato a portare Whitehall alla città misteriosa in cambio della morte di tutto il team di Coulson (sembra proprio che Skye sia compresa) e ricongiungersi, in seguito, con la sua famiglia nell’aldilà (non lo definirei un ricongiungimento familiare commuovente).
May, Mack, Simmons, Hunter  sono alle prese con i fascicoli dell’agente Carter per riesumare il passato di Whitehall e dell’obelisco. Dai vecchi fascicoli, Simmons viene a capo del mistero che aleggia intorno alla figura di Whitehall: nel passato, come nel presente, non è mai cambiato ed è sempre rimasto identico, come se il tempo si fosse fermato.
Whitehall venne rinchiuso a vita dall’agente Carter, invecchiando in prigione, fino a quando l’HYDRA lo riprese e portò indietro, perché una misteriosa donna fu ritrovata viva.
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La donna misteriosa, altro non è che la donna che vediamo all’inizio della puntata mentre tocca, senza morire carbonizzata, l’obelisco. La donna è rimasta uguale dal primo incontro con Whitehall, senza invecchiare di un giorno.

Mentre la squadra capeggiata da May cerca di venire a capo della giovinezza ritrovata di Whitehall, Hunter ruba il fascicolo per portarlo a Morse e sfruttarlo nell’interrogatorio con Bakshi. Bobbi lo mette così sotto pressione, compromettendo ormai il suo rapporto con Whitehall grazie alle informazioni di Hunter, che Bakshi decide di sbattere la testa sul tavolo azionando una capsula di cianuro inserita nello zigomo.

Bakshi ha tentato il suicidio e Hunter incolpa Bobbi, continuando a ripeterle che non si fida di lei. Il contrasto tra i due, però, si tramuta in passione e attrazione (questa coppia fa scintille e movimenta un po’ le ship semi-piatte di questa seconda stagione).

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Intanto…
Coulson, Fitz, Trip e Skye arrivano in Australia per scoprire dove si trova la città indicata dai simboli alieni. Secondo il piano, in sei minuti dovrebbero entrare nella base in Australia e recuperare le informazioni. Qualcosa, però, va storto e il team si ritrova in un’imboscata dell’HYDRA.
Trip e Fitz si ritrovano in una situazione difficile, in cui Trip viene ferito e il padre di Skye si trova lì al momento, offrendosi volontario come dottore per aiutarlo. In realtà lo utilizza come ostaggio nelle sue mani, in bilico tra la vita e la morte, per parlare con Coulson.
Il padre di Skye vedo lo S.H.I.E.L.D. come la causa dell’allontanamento di Skye da lui. La conversazione è ricca di scambi poco amichevoli e si conclude con l’uscita dalla scena del padre di Skye e con Coulson che salva la vita di Trip.

Nell’animata conversazione, il padre di Skye fa intendere che lavora per Whitehall proprio per vedere del sangue e dei morti (e tra i morti vorrebbe proprio Coulson), annunciandogli che nella città che tutti stanno cercando c’è qualcosa di importante (la curiosità aumenta).

Fitz riesce ad innescare il congegno per rilevare la posizione della città in meno di sei minuti, nonostante la situazione difficile, e aiuta Coulson a salvare Trip e riportarlo alla base.
Una volta tornati, Coulson vorrebbe raccontare a Skye del suo incontro, ma il discorso viene sepolto dalla trovata corrispondenza di una mappa con quella della città indicata dai simboli alieni.

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Intanto Ward si reca da Whitehall per essere preso di nuovo all’interno dell’HYDRA. Apprendiamo che la riconciliazione tra i fratelli Ward non è stata affatto una riconciliazione. Ward ha utilizzato il fratello per inscenare il suicidio-omicidio di Christian e dei suoi genitori, avvalendosi della confessione del fratello al pozzo e decontestualizzandola.

Whitehall rimane colpito da Ward e decide di fargli incontrare lo scienziato che si occupa dell’obelisco.

Il padre di Skye, quindi, incontra Ward sotto la supervisione di Whitehall per una collaborazione contro Coulson e contro lo S.H.I.E.L.D. (Che duetto perfetto).

Soffermiamoci un momento sulla parte finale di questa puntata, ricca di chiarimenti.

Il padre di Skye non è un vero alleato di Whitehall. Si è unito a lui per vendicare la morte della sua amata (penso la madre di Skye) uccisa da Whitehall per recuperare la sua giovinezza. I due sono, quindi, nemici.
La domanda nasce, quindi, spontanea: Il padre di Skye sta portando Whitehall nella città misteriosa per azionare l’obelisco e vedere tutti i suoi attuali nemici morti?

Cosa c’è davvero ad attenderli nella città aliena?

In questa seconda stagione gli intrecci si infittiscono sempre di più e la rete dei nemici/amici si fa sempre meno delineata e più confusionaria.
I personaggi continuano ad oscillare nella sottile linea che divide il bene dal male, riproponendoci vari aspetti di ognuno di loro.

Chi raggiungerà la città per primo?
Il padre di Skye vuole davvero distruggere il team di cui fa parte la sua bambina?
Ward è ormai schierato completamente dalla parte dell’HYDRA?

Nella recensione scorsa avevo visto qualcosa di buono in Ward, lo stesso qualcosa che ho rivisto nell’abbraccio con il fratello. Tutto, però, è svanito nel messaggio mostrato da Whitehall.
Ha davvero ucciso tutta la sua famiglia?
Il suo gesto potrebbe essere un segno di riscatto nei confronti di una famiglia che lo ha messo sempre alle strette e forzato a fare, essere e pensare cose diverse dal suo reale essere. Se è così instabile e orientato a far del male in modo sadico (perché un po’ sadico lo é) è proprio colpa della sua famiglia.Però, mentre all’inizio sembrava che volesse oscurare questo suo lato per amore di Skye, adesso sembra sempre più deciso ad usare questo suo lato come arma verso tutto e tutti. Il Ward di questa puntata non è lo stesso che ho visto nelle scorse puntate e ha qualcosa in mente, proprio come il padre di Skye e proprio come Whitehall.

Riuscirà Coulson a vincere questa corsa contro il male?

Scopriremo qualcosa in più fra due settimane.

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