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Agents of S.H.I.E.L.D. | Recensione 1×06 – FZZT

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“Ti senti diverso, è perchè sei diverso!” (Melinda May)

IAIN DE CAESTECKER, ELIZABETH HENSTRIDGELe serie che incentrano le loro avventure in stand-alone episodes, iniziano a determinare una scrittura più attenta ed uno sviluppo sempre maggiore dei personaggi nel momento in cui gli spettatori cominciano a farsi determinate domande. E dopo la 1×05, che ha posto le generali basi per una story-line funzionale, si iniziano a crocettare sull’elenco i buchi da attoppare. Non me ne voglia in tutto ciò “Girl in the Flower Dress“, reputata la migliore per ora (attribuzione voluta e probabilmente dovuta al suo coincidere con il series Iow), se sono riuscito per qualche inspiegabile e personalissima ragione a preferire “FZZT“. Credo che in fondo alla recensione non troverete note negative, in quanto tutto (dalla fotografia alla musica, dalla trama alla perfetta gestione dei personaggi) è stato in grado di soddisfarmi.

A seguito di misteriose morti, che vede come poveri mal capitati tre vigili del fuoco volontari, la squadra riflette in balia degli avvenimenti, scoprendo che ad aver avuto potere sulla vita dei tre uomini è un pericoloso artefatto spaziale, riconducibile all’arrivo degli alieni sulla terra.
La caserma dei pompieri ha infatti custodito un elmo perduto dai Chitauri immediatamente dopo la battaglia di New York. Esso pare capace di diffondere un mortale virus alieno, altamente trasmessibile, e per impedire la morte di altri soggetti plausibilmente infetti Coulson chiede a Simmons di trovare una cura, compiendo diretti studi in proposito.
Ma la situazione diventa allarmante per tutti e sei i membri della compagnia, quando viene ad essere rivelato che la stessa Jemma Simmons ha contratto l’infezione.
Così mentre lei lotterà per salvarsi la vita, Coulson dovrà fare i conti con il suo cambiamento solo, per ora, prettamente psicologico.

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Ricollegandoci al discorso totalitario riguardo gli stand-alone, anche la serie pare avere il bisogno di concentrare i quaranta minuti di messa in onda su uno stretto numero di personaggi.
Protagonisti indiscussi di questa puntata sono Coulson e, signore e signori, Jemma Simmons, finalmente allontanata dalla sua funzione tipica e messa sotto i riflettori. C’è qualcosa che molto probabilmente dovrebbe essere approfondito ma ci siamo, è questa la strada giusta. Il dramma della situazione gira proprio intorno a questo personaggio, rimasto il più debole del sestetto per empatia e spessore. La puntata riesce non solo a dare una storia che include tanto Simmons quanto la sua controparte Fitz, ma anche a distinguerli entrambi. Ed è proprio la forza emotiva del loro legame ad essere risaltata, mostrando i contrasti nelle situazioni più complesse e mettendo in scena una sfaccettatura nuova della loro caratterizzazione. E quello che emerge è (parere personale) il classico rapporto di due fratelli che si amano e che nonostante le palesi diversità sono capaci di completarsi reciprocamente. Di essere perfetti, di essere veri. Vengono ad essere apprezzate, oltretutto, le dinamiche rapportuali intorno a Jemma nel corso dell’episodio anche con gli altri membri della squadra, con Skye in particolare, rimasta per questa volta un po’ dietro le quinte.

Si ritorna sulla questione Coulson, che era momentaneamente in sospeso, e ancora bisognosa probabilmente di essere esplorata. Liquidare il tutto con ragioni simili è abbastanza superficiale per una serie che pare tenere molto ai dettagli narrativi, ma oltre questo c’è da ammettere che il dialogo tra il boss della squadra e la super agente badass Melinda May è stato tanto interessante quanto ricco di sfumature malinconiche. E se da una parte arricchisce l’elenco informativo riguardo l’incidente con Loki, dall’altro fa alzare un ciglio al riferimento sul passato della May.

La costruzione visiva è un misto tra scene tipiche, azione e dramma, il che crea una visione varia ma solida al tempo stesso. E ciò che davvero provoca un interesse assiduo ed un coinvolgimento maggiore è l’alternarsi delle reazioni dello spettatore stesso in proposito, che empatizza con personaggi ai quali viene elargita una storia ed una sequenza fortemente emotiva.

L’episodio funziona e non delude le aspettative, aiutato parzialmente dall’ingresso di una guest ricorrente, Titus Welliver, nei panni dell’agente Blake.
Non mi ripeterò con i soliti discorsi sul perché questa serie non mi stia dispiacendo, mi limiterò quindi ad affermare che se questi saranno i ritmi costanti Agents of S.H.I.E.L.D. potrebbe diventare un vero gioiellino, almeno personalmente.
L’appuntamento con la 1×07 è accordata nuovamente per martedì, sempre sulla ABC.
Sarete liberi di guardare il promo qui sotto solo dopo aver controllato la pagina facebookiana a tema Marvel’s Agents of Shield Italia.


http://youtu.be/RvWowsNnlXw

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Gli ormai lontani anni che segnarono la sua infanzia videro l' interesse dirompente per le storie, i racconti, i tanto amati film Disney che hanno accompagnato la crescita di milioni di bambini. Ma l' acquisto di un nuovo televisore al plasma e di un decoder satellitare, fecero slittare un diverso tipo di interesse alle stelle. Il continuo zapping e la curiosità delle novità che la televisione offriva sballottolarono il ragazzo in universi misteriosi e bizzarri. Lele visitò quindi, in compagnia dei personaggi che lo hanno tramutato in un ossessionato, Newport Beach, Stars Hollow, Capeside e la tanto famosa Sunnydale. I vari processi che lo porteranno ad essere una persona (quasi) adulta, saranno notevolmente influenzati da un' isola abitata da orsi bianchi e fumi tenebrosi, da vampiri con complessi interni, da terapie magiche e, in fine, da infiniti viaggi per le oscure strade d' america a bordo di una rockeggiante impala del '67. Cosa cerca da una serie? Emozione. Qual'è il suo sogno nel cassetto? Magari essere egli stesso ideatore di un best-seller.

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