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Absentia 1×06 – Primo comandamento di Emily Byrne: Arrendersi Mai

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Absentia 1×06 – Primo comandamento di Emily Byrne: Arrendersi Mai
ABSENTIA - SEASON 1 - EPISODE 106

Bentornati a un nuovo episodio del thriller che ci lascia con sempre più interrogativi irrisolti, aggrappati al bordo della sedia con le mani sugli occhi pregando fervidamente che la nostra eroina esca indenne dall’ennesimo ostacolo che un destino persecutorio si diverte a presentarle.

La puntata odierna fa una virata che mi aspettavo fino a un certo punto, dedicando molto spazio a Jack, il fratellastro non esattamente amorevole, reo di sprofondare in ogni vizio e perversione sessuale nota dagli antichi romani in avanti, che, guarda il caso, sono sospettosamente simili alle torture che Emily ha dovuto sopportare nei sei anni di prigionia. Non felice di dedicarsi a tali attività, lascia anche un pc in bella vista e senza password, cosicché sia facile per chiunque imbattersi casualmente nei fatti suoi. Inoltre, sempre perché più coincidenze non fanno una prova, tutto quello che fa/ha fatto nell’intervallo temporale sensibile per l’indagine in corso, si inserisce perfettamente nel quadro più ampio del caso rendendolo un imprevedibile sospettato perfetto.

Ora.
Indubbiamente Jack è il colpevole che in buona parte abbiamo desiderato, per via del modo con cui ha rinfacciato a una donna traumatizzata che “mamma e papà volevano più bene a te e quindi sarebbe stato meglio se fossi rimasta morta”. Anche io ho avuto moti di malsopportazione violenta quando se ne andava in giro a fare la vittima con tutti, soprattutto con il padre. Ma, come dicevo la scorsa settimana, intravedo di fatto un uomo molto ferito sotto la scorza lagnosa e respingente che ci ha mostrato. Inoltre, punto primo, se lui ha certe perversioni sono anche e soprattutto fatti suoi, finché si è tutti consenzienti e, punto secondo, alla sesta puntata non possiamo aver già il colpevole da mettere in carcere che salva capra e cavoli e salutiamoci con abbracci e pacche sulle spalle. Soprattutto, a me non pare che possa davvero essere arrivato a un punto del genere nei confronti della propria sorella. Ma naturalmente tutto è possibile, e ritrovare i nomi floreali delle ragazze di Semerov sulle cartelle all’interno del suo pc deve essere stato  per Emily uno shock tremendo, soprattutto considerando che, per l’ennesima volta, si è resa conto di aver mal riposto la sua fiducia.

In ogni caso è importante rimarcare come sia la prima volta che una scoperta casuale di Emily non diventa immediatamente un’altra accusa a suo carico, nei soliti modi improbabili. Noto con amarezza, invece, che il nostro NickPortoIlPesoDelMondoSulleMieSpalle non prende minimamente in considerazione dei fatti che potrebbero indicare un coinvolgimenti di Jack nel rapimento della prima moglie, ma si preoccupa per la sua (di Jack) incolumità, temendo che lei possa ucciderlo. Certo, perché ormai è una pazza fuori controllo che ammazza tutti, giusto Nick? Non ho più braccia da farmi cadere!

Nick è ossessivamente convinto che Emily sia la causa di ogni male, al punto che, secondo me, sta perdendo non solo la voce, ma la sua capacità di vedere le cose con un minimo di oggettività. Ed è estremamente doloroso, soprattuto quando si tiene conto che ci eravamo tutti affidati a lui come unica forma di sostegno per una donna priva di qualsiasi altro conforto, salvo quello paterno.

Emily continua la sua folle corsa contro il tempo, imbattendosi in ogni genere di avventura, sempre mossa da un’implacabile spinta ad andare avanti. È determinata, inesorabile, incrollabile, sempre più consapevole delle sue risorse, più capace di improvvisare una reazione adeguata e di usare le circostanze in cui inciampa a proprio favore. Emily sa cavarsela in ogni situazione, è più attenta, più previdente, più paziente, anche. Ha fatto molta strada rispetto alla donna che reagiva come un animale maltrattato, “agito” solo dalla furia cieca, pronta a saltare per aria al minimo stimolo avverso. Più passa il tempo e più le parti irrazionali di lei si chetano e lasciano spazio – presumibilmente – al brillante agente addestrato di una volta. Ormai la solitudine non è più una debolezza, ma è diventata la condizione per il rilascio della sua forza dirompente, la sua condizione naturale, che le permette di non distrarsi e non perdere minuti preziosi a parlare al telefono con qualcuno che tanto non la comprende ed è ormai fermamente deciso a catturarla e sbatterla in carcere.

 

Su un fronte dei rapporti familiari e interpersonali, che in questa puntata hanno avuto come protagonista Alice, ci sono due momenti che voglio sottolineare. Il primo, che ha un impatto psicologico più imponente sull’economia dell’episodio, è quello in cui Alice confida al marito di essere incinta, mentre è in procinto di andarsene. Decisione che io considero l’unica possibile, arrivati a questo punto. Si trova invischiata in una situazione che peggiora di minuto in minuto, è l’unica che si occupa del benessere di Flynn in modo più attivo e concreto, e capisco quindi che prevalga in lei il desiderio di proteggere la sua famiglia, per quanto le è possibile (in ogni caso qui nessuno dimentica che è stata lei a chiamare la polizia perché arrestassero Emily). Nick reagisce alla notizia con la consueta assenza di vigore e incisività. Alice dice cose molto giuste, per quanto dolorose, e lui non può più permettersi di ripetere lo stesso ritornello e le stesse, vuote, promesse. Immagino che Alice abbia sempre nascosto dentro di sé la paura strisciante di non essere la prima scelta di Nick, di essere una sorta di rimpiazzo e, forse, solo una madre necessaria per il piccolo Flynn orfano. Ma fino a questo punto era forse stato più semplice soffocare i dubbi nelle pieghe dell’inconscio. Adesso è impossibile non vedersi sbattere in faccia violentemente una realtà ingrata, dopo la ricomparsa di Emily, il tradimento e la sincera ammissione: “Una parte di me la amerà per sempre”. E allora ciao.

NB: quanto ha fatto male sentirlo parlare di “la nostra famiglia e i nostri figli”, togliendo dall’equazione Emily, la madre indegna, che lui incosciamente desidera far fuori dal mondo simbolico e affettivo suo e del figlio? È una frase che mi è arrivata come una coltellata.

Uno dei miei rimpianti, arrivati alla sesta puntata, è che non ci siano state praticamente scene di effettiva comunicazione e scambio affettivo tra padre e figlio. Figlio che subisce le decisioni altrui, senza che nessuno si prenda la briga di spiegargli qualcosa, di stargli vicino, spingerlo a confidarsi, ad aprirsi. Compito che spetterebbe al padre e non al nonno o alla matrigna. Una mancata rappresentazione realistica del rapporto tra padre e figlio è, a mio parere, uno dei punti deboli della costruzioni psicologica e relazionale di Absentia. 

L’altro momento emotivamente difficile è stato lo scambio tra Alice e Warren. Per Alice, anche questo fronte deve essere sempre stato vissuto come uno scoglio, visto quello che il padre di Emily pensa dell’intera faccenda del secondo matrimonio. E per quanto papà Byrne sia ammirabile nella sua naturale devozione alla figlia, è sempre una personalità formidabile con cui fare i conti, mentre lei si preoccupa giustamente di come gestire la situazione con Flynn.

In ultimo non posso non citare la grande potenza evocativa della scena finale in cui Emily, convinta di non avere molto tempo davanti, ma mai disposta ad arrendersi, lascia un messaggio al fratello, per invitarlo a raggiungerla sulla tomba della madre. Nonostante la ferita mortale e le forze che iniziano a mancarle, ha ancora l’impeto, l’urgenza, di voler sapere la verità, di capire perché, di avere finalmente delle risposte, anche se significa affrontare di nuovo l’orrore, nel suo momento di massima debolezza. Se c’è una cosa che Emily ci ha insegna incessantemente è di non arrendersi mai. Lei è quintessenza dell’eterna e irriducibile forza della Natura che si manifesta nel mondo e si rigenera incessantemente e prosegue con il suo moto di avanzamento, no matter what. Lei non cede MAI. Nel dire che è ammirabile mi sembra perfino di sminuirla. Lei è la Forza personificata.


Momenti TOP della puntata:

1. Il nostro nuovo eroe della settimana, il camionista gentile che è l’unico, voglio sottolinearlo, che offre un minimo di misericordia umana alla nostra fuggitiva. Ci voleva qualcuno che, anche solo per qualche ora e con i classici toni rudi ma il cuore d’oro, desse a lei e a noi un minimo di tregua in mezzo a gente che vive con l’unico scopo di braccarla.

2. [Momento glamour] Spiegatemi come si passa dall’essere un pulcino vestito di stracci a una super top model nel giro di cinque minuti davanti allo specchietto dell’auto, usando un rossetto e un eyeliner trovati per caso. Vorrei delle lezioni, se non è di troppo disturbo.

3. Voglio spendere qualche parola a favore di Tommy (che tutti chiamano per nome e non per cognome, con mia grande ilarità), che è l’unico che sembra, di fatto, voler risolvere il caso, che tiene Nick con i piedi per terra, che è ben poco interessato alla politica e ai colletti inamidati, ma si dà senza tregua sul campo, secondo me convinto della colpevolezza di Emily solo fino a un certo punto. Insomma, per me la misteriosa figura della fuggitiva un po’ lo affascina. Voi che cosa mi dite?

Aspetto i vostri commenti e vi do appuntamento alla prossima puntata!

– Syl

19 COMMENTS

  1. Che poi io non riesco a capire con che diritto Al sottrae il figlio al padre. Mi risulta meno antipatica (è chiaro che la contrappongo ad Emily per la quale faccio il tifo) perché in effetti si preoccupa di Flynn, ma non ritengo corretto che agisca informando il marito tramite biglietto a cosa fatta. Così come nemmeno provi a considerare lo scombussolamento in cui trovasi il suddetto. Insomma, capisco, ma un minimo di comprensione le sarebbe richiesta. Comprensione che io mi affretto ad identificare come amore. Sarebbe questo l’amore verso il marito? C’è la giustificazione del tradimento, anche se faccio fatica a chiamare tradimento il fattaccio da Nick perpetrato con… sua moglie! Non lo so, è un casino. Mi consola il vedere che a lui non frega un accidenti di farsi portare via il figlio, quindi, faccia pure. Credo che Al abbia preso la soluzione giusta in attesa degli eventi, ma l’abbia attuata nel modo sbagliato e un minimo di reazione da parte di Nick la pretenderei. Nick è decisamente uno che subisce e basta.

    Non ho ben capito perché gli uomini di quel locale si siano messi a sparare come pazzi contro di lei. Il locale di chi è se Semerov (si chiamava così, giusto?) è defunto? Emily è quindi una minaccia per chi ne ha preso il posto?
    Se i nostri amici fed & cops indagassero un po’ sulla questione, ne capirebbero di più. Spero lo facciano, a meno che ci sia qualcosa che mi sfugge.

    Passando alle congetture, argomento assai arduo perché non mi pare ci stiano dando indizi da cui partire, penso che il fratello non sia colpevole, nonostante comportamenti sospetti, secondo me messi lì apposta per depistarci.
    Sempre più ansioso di vedere riabilitata la reputazione di Emily, anche se avrei in mente una soluzione per il finale: Emily è effettivamente colpevole! Però mi fa star male solo il pensarlo. E poi, di cosa, di strage continuata? Andiamo su, non può essere. Però, vuoi mettere che finale imprevisto?

    • Dimenticato: spero sempre di più che Emily alla fine lasci perdere Nick. C’è una differenza di spessore abissale tra i due. Ma come facevano prima, non si conoscevano?

    • Ciao! In effetti anche io ho sempre un po’ il problema di capire le dinamiche familiari e mi sono chiesta se Alice potesse portar via il figlio cos’. Però, secondo me Nick non può fare proprio niente, nel senso che è evidente che la situazione sia pericolosa e, anzi, mi sono chiesta perché lei e Flynn non siano stati protetti in qualche modo fin dall’inizio, da quando appunto Emily è tornata e girava a piede libero un torturatore/sequestratore/killer che non era Harlow per evidenti motivi. Per cui può solo accettare che se ne vadano, tenendo conto che lei deve stare un po’ tranquilla, visto che è incinta. E non può lasciare Flynn a casa da solo. Come madre in carica (avrà adottato Flynn, deduco), in effetti non aveva senso andarsene da sola.

      Al club ce l’hanno con Emily perché è considerata l’assassina di Semerov, quindi appena ne hanno l’occasione, vogliono vendicarsi.

      Sulla comprensione da parte di Alice per Nick, io credo che da un lato lei ci abbia provato, ma si è sempre trovata davanti uno che le rispondeva male – quando la degnava di una risposta quantomeno. Dall’altro non ha mai brillato particolarmente, secondo me, in comprensione e misericordia verso il prossimo. E anche io, come te, mi sorprendo che tutti diano per scontato che Emily sia l’usurpatrice, quando la verità ovviamente è che certo che lui sarebbe voluto rimanere sposato con la sua prima moglie, no? Non è che si è separato, è rimasto vedovo. A meno non che non ci fossero problemi anche prima, e non vedo come potessero non essercene viste le personalità diversissime. (Ma lui non ha mai nemmeno saputo dell’infanzia difficile di Emily, di che rapporto stiamo parlando, in effetti?).
      Grazie per la chiacchierata!

      • Comunque sia, sono d’accordo sul portare via il figlio e avrebbero pure dovuto farlo prima. Ripeto però che “avrebbero”, dopo averne parlato. Insieme. In conclusione ribadisco che non mi piacciono entrambi e sono sempre più certo e spero che Emily se ne andrà col figlio. Però, almeno per il momento, mi pare che non si sia ancora resa ben conto di che pasta sia fatto Nick. Va beh, diciamo che adesso ha altro da pensare, poi si vedrà.

        Sul club non sono convinto: quelli che sparano sono dipendenti che stanno dalla parte di chi li paga. Quindi, qualcuno li sobilla per interessi propri e quel qualcuno non è certo il fantasma di Semerov, ma uno legato a lui in qualche modo, di conseguenza probabile coinvolto nel guazzabuglio. E poi, avrebbero dovuto aggredirla fuori, non scatenare un putiferio pubblico. Mah!

        • Oggi non ho proprio testa. Mi sono ancora dimenticato che, opportuno o meno che sia, la madre in carica, come la definisci tu, cessa di avere diritti nel momento in cui riappare la vera madre biologica. E pure il matrimonio deve essere annullato. Se poi Nick la rivorrà, dovrà prima divorziare da Emily. Prima o poi si dovrà affrontare l’argomento.

          • Io non sono del tutto sicura che dopo una morte dichiarata legalmente e passato un tempo che non so quanto quantificabile, il morto che torna rientri nella sua vita precedente con gli stessi diritti. Nel senso, non sono convinta che debbano divorziare e che decadano i legami successivamenti contratti (tipo aver adottato Flynn). A me dà l’idea che la situzione attuale sia quella in essere anche legalmente, per come la presentano, non perché ho controllato la legislazione americana. Tommy parla di lei come di “ex”, e nessuno la considera la moglie legittima.

  2. Scusate ma, qui, tutti a giudicare i personaggi : “Quella non aveva diritto. Quello non ha vigore e incisività. Nessuno si è curato di proteggere Flynn. La sparatoria nel club…”!! Ma è così difficile dire che è scritta male e interpretata peggio?!Io mi aspettavo di più…molto di più, da come era stata presentata!

    • Ciao. Quando si viene coinvolti dalla trama al punto da essere mossi emozionalmente dai personaggi e ci si prende del tempo (io e chi commenta) per capire che cosa li muove e perché e si parteggia per loro è segno che non si pensa che lo show sia mal recitato. Io non lo penso, per esempio. Se per te non è così, benvenga l’opinione contraria, anzi se hai voglia di andare nel dettaglio magari capiamo meglio che cosa non ti piace di Absentia e possiamo arricchirci individualmente. A presto

    • E’ una cosa che ho cominciato a fare ultimamente, quella di lasciarmi andare e farmi coinvolgere dalla storia di una serie televisiva (o di un film, o di un libro), senza far caso, se non qualche volta, a tutto ciò che sta dietro. Prima Castle, ora Absentia, finora sono le uniche che mi hanno permesso di farlo. E’ chiaro che in entrambe ci sono aspetti che non mi aggradano più di tanto, ma riesco a sopportarli bene in nome del coinvolgimento. Sempre meglio di quelle serie che dopo un paio di episodi che ti attraggono, procedono (magari per anni) con una ripetitività allucinante. Ecco, lì non ce la faccio proprio a lasciarmi trasportare dalla storia, semplicemente perché non c’è una storia.
      Il partecipare commentando l’agire dei personaggi fa parte del coinvolgimento nella storia e secondo me non c’entra con la riuscita o meno del telefilm, a meno di mancanza di coerenza dei/nei personaggi e non mi sembra di rilevarla. Finora in questo senso non ho trovato nulla che mi disturbi. La realizzazione invece è un altro discorso e posso convenire che ci si potesse aspettare di più, ma nel contempo anche di meno. Parere personale, naturalmente.

  3. Ciao, rieccoci qui! Mah! Non so che dire, sono sempre più disorientata. I colpi di scena si susseguono e le mie perplessità aumentano in modo esponenziale. Naturalmente sono d’accordo su tutto quanto avete scritto, i dialoghi a volte mi sembrano quasi “surreali” , al di fuori di ogni contesto (vedi Alice -Nick). Gli agenti dell’FBI mi paiono piuttosto superficiali, con le loro conclusioni semplicistiche e affrettate. Forse, se non ci fosse stata Stana non so neanche se avrei guardato questa serie però. …siccome non voglio arrivare a conclusioni superficiali,semplicistiche e affrettate, darò ancora qualche chance a questo show e guarderò anche gli altri episodi! Quindi…alla prossima!

    • Ciao! Sì, concordo che si sta muovendo tutto molto velocemente al punto da spiazzare, sono ritmi molto diversi all’inizio. Adesso predomina l’aspetto thriller/d’azione. Per me Nick come personaggio indebolisce un po’ tutte le interazioni in cui è coinvolto, per come è stato scritto. Alla prossima!

  4. Parlando della figura di Nick, io non credo che ci sia una mancata riproduzione realistica del rapporto padre figlio. Io credo, anzi, che il rapporto padre figlio sia quello, passivo da parte di Nick, anche in questo caso. E per me si vede dall’inizio, dalla scena alla tomba di Emily, quando è Alice a convincerlo a scendere, perchè Nick sembra sempre delegare tutto a lei quel che riguarda il bambino. Purtroppo ci sono genitori così e direi uomini così, in senso più ampio, perchè Nick mi pare uno che si lascia portare in avanti dagli eventi, che si lascia convincere facilmente e altrettanto facilmente cambia idea. Lo ha fatto all’inizio credendo a Emily, ma poi ha cambiato subito idea ed ora mi sembra pendere dalle labbra del collega che ha preso il posto di Adam.
    Poi su Alice: a me, quando parla con Nick, da l’idea che la loro relazione sia cominciata prima della scomparsa di Emily, mi da tanto l’idea dell’amante a cui il marito promette che lascerà la moglie e poi non lo fa, ma che poi lui “non sceglie” perchè sono gli eventi che scelgono per lui e quindi poi può stare con Alice senza averla veramente mai scelta rispetto ad Emily.
    In ogni caso Nick è una figura maschile pessima, ne esce male sotto ogni punto di vista: come marito, come padre ed anche come agente dell’FBI, un uomo debole che nello scorso episodio davanti al padre di Emily mostra ancora di più la propria debolezza paragonata con la forza che viene fuori da un uomo molto più anziano e malato di lui, eppure nel confronto sembra un gigante.

    • Nick poteva essere un personaggio di enorme complessità per le vicissitudino a cui è sottoposto, per il dilemma interiore che avrebbe dovuto sostenere e per l’irriducibilità della scelta a cui è involontariamente messo di fronte. Poteva essere una sorta di contraltare a un personaggio altrettanto messo alla prova, cioè Emily, quello che agiva rispettando un codice morale più conservativo all’interno della Legge da opporsi alla forza più dirompente ma all’inizio troppo istintiva di lei
      E all’inizio funzionava infatti. Non è più di fatto così. Lui viene schiacciato e rimane agonizzante,diventando il bersaglio preferito dei personaggi e il nostro per scaricare la frustrazione e trovare qualcuno da biasimare.
      Il rapporto Flynn-Nick mancante si inserisce in questo quadro, quello di un Nick mancante. In ogni caso, dal momento che il suo carattere si espone attraverso le relazioni, come sottolinei, io avrei voluto vederlo almeno parlare a Flynn e rendermi conto nel confronto diretto. In realtà non ci sono proprio scene tra loro a parte quando lo mette a letto. E sarà pure un padre assente, ma credo che interagirà a qualche livello con Flynn e continuo a non trovarlo realistico.
      Su Alice amante prima della vedovanza, è un’ipotesi che regge nel contesto, ma non ho gli elementi per farmi venire il dubbio. Warren parla di “ti sei arreso dopo un anno” ma non so se intendeva “ti sei risposato dopo un anno”? Dovrei rivedere la scena. L’accusa “non mi hai mai veramente scelto” regge sia in caso di Emily morta o moglie tradita ma mai lasciata.
      In ogni caso la mancanza di energia di Nick è drammaticamente esposta in ogni confronto.
      Grazie per la possibilità di ulteriore analisi.

    • Io non ho ancora sciolto il dubbio: un Nick che non decide mai e che ubbidisce e basta a chiunque, che cosa ci faceva sposato con una Emily guerriera e decisionista? Posso capire lui, ma lei come è possibile che si sia sentita attratta da uno così? D’accordo che non sappiamo niente del loro passato, ma una differenza del genere dovrebbe essersi manifestata anche prima.
      Da qui, la domanda principe: è un errore degli autori o cosa?

      • Emily e Alice sono entrambe donne volitive, decisioniste e attive, quindi secondo me lo schema si è mantenuto. Se poi diamo retta a Jack, Emily è arrivata dall’orfanotrofio ribelle, irrequieta, irrisolta e incapace, in sostanza, di essere felice. Ci sta che, crescendo, abbia desiderato/avuto bisogno di una vita tranquilla accanto a un uomo che le desse una vita normale. Del resto fino alla quarta puntata lei sembrava cercare appoggio e conforto in lui, quindi un tempo lui deve aver provveduto a darglieli, perché lei se li aspettava. Ho anche visto una bella complicità, all’inizio. È anche vero che è nelle avversità che esce il vero carattere delle persone, penso se ne sia accorta anche Alice, che si è vista crollare davanti l’immagine di un uomo che fino a qualche tempo prima le garantiva una vita idilliaca. Magari è l’uomo perfetto nei tempi di pace 😀
        Quindi, no, non credo sia un errore degli autori. Penso che Nick sia stato disegnato come l’uomo medio perbene che si dibatte in una situazione grandemente complessa e non ne esce vincente.

        • Capisco, ma non mi adeguo. Secondo me, comunque te ne devi accorgere prima con chi hai a che fare e credo che un tipo come Emily, per quanto bisognosa di stabilità emotiva, avrebbe percepito il disequilibrio. Piuttosto, lei mi sembra ancora convinta che Nick voglia arrestarla per il suo bene e non sappia che in qualche modo lui la ritenga colpevole. Quindi che non si renda ancora conto della mancata fiducia + conoscenza (= amore) che lui ha nei suoi confronti. Questo potrebbe avvalorare la tua ipotesi. Nel caso, spero che se ne accorga.

          P. S.: Nemmeno io conosco la legge, ma non posso credere che ad una madre venga tolto un figlio (a me interessa quello) dopo essere “resuscitata”.

        • Nick è l’uomo medio nell’accezione più negativa del termine. Uomo medio e mediocre. Non riesce ad emergere in nessuna situazione. Anche io non credo che sia un errore, credo che sia proprio così che gli autori lo volevano, anche per metterlo a paragone di due donne, diversissime, ma entrambe più forti di lui.

          • Il che non spiega, a maggior ragione, come entrambe si siano innamorate di un tipo così. Sono convinto che le donne siano più “profonde”, attente e riflessive degli uomini, soprattutto in un campo come i sentimenti e in genere nei rapporti interpersonali. Laonde per cui ritengo che la faccenda sia stata mal congegnata da parte degli autori. Si poteva far meglio, molto meglio, oltretutto creando un clima di tensione ancora maggiore, a beneficio del senso del dramma. Stando così le cose, l’unica soluzione possibile e logica è che alla fine entrambe lo mandino a spigolare. Altrimenti, la storia perderebbe di realismo e soprattutto di valore. Per me sarebbe una grossa delusione.

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