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Absentia 1×03 – Proteggiamo Emily Byrne a ogni costo

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Absentia 1×03 – Proteggiamo Emily Byrne a ogni costo

Non esiste una situazione più ansiogena per lo spettatore comune di una serie televisiva, di quella di essere completamente schierato a favore della protagonista della storia, grazie all’empatia totalizzante scattata nei primi cinque minuti del pilot, e di venire successivamente trascinato senza preavviso, senza preparazione, cotto e mangiato, nella sua personale discesa negli Inferi, prevista dal classico viaggio dell’eroe.
Emily li ha contro tutti. E invece noi vorremmo irrompere sul set per gridare che è innocente e vittima di un complotto/sortilegio, dai come fate a non vederlo? Perché vi ostinate a crederla colpevole? Ci siete o ci fate? Invece dobbiamo silenziosamente (come nei sogni in cui non si riesce a urlare) vivere e sopportare con lei la sua ordalia, parteggiando per lei e allo stesso tempo reprimendo la voglia di afferrarla per un braccio e intimarle di smettere almeno di fare casini, visto che già la faccenda è precaria e fa danni senza muoversi. In pratica, siamo tutti il poro Nick alle prese con una donna di enorme carisma, ma incontrollabile. E ne subiamo tutto il fascino.

Il nucleo principale del mio turbamento risiede nel fatto che io vorrei capire come mai una persona torna dal regno dei morti e tutti quanti – parenti compresi – invece di gioire o quantomeno prenderla in modo solo un po’ meno catastrofico, la considerano la personificazione del Fastidio. È vero che si comporta in modo spiazzante e che le prove sono contro di lei, ma come on. Non abbiamo un’esperienza decennale in serie televisive per non mettere in conto che può esserci benissimo qualcuno che vuole che i sospetti si concentrino su di lei, e che sta tentando di incastrarla per tutta una serie di motivi a noi ignoti. Soprattutto dal momento che sembra che siano tutti possibili sospettati, al punto che sto chiedendo a me stessa dove fossi la notte in cui è stato ammazzato Harlow, giusto per essere pronta in caso di interrogatorio.

Prima di procedere con l’analisi dettagliata (so che sapete che sono le mie parole preferite al mondo), voglio ribadire che ADORO questo telefilm. E non solo perché la protagonista è Stana Katic, in uno stato di particolare grazia recitativa in cui ci consegna puntualmente esecuzioni maestose, indovinando sempre l’intensità necessaria all’interno di un ventaglio interpretativo ed emotivo vastissimo, ma mi piace soprattutto perché è una bella storia, ricca, coinvolgente, appagante e che ti lascia con la brama di saperne di più e con la necessità di congetturare per giorni e giorni. E apprezzo sempre la scelta di alternare i momenti dell’indagine vera e propria con sprazzi di vita personale tutta da ricostruire. E lo fa in modo equilibrato e molto introspettivo, nonostante i limiti previsti dal minutaggio.

Ho amato le scene di Emily e Flynn, madre e figlio alle prese con una timida e desiderata conoscenza dell’altro. E naturalmente sapevo che sarebbe successa una disgrazia, lo avvertivano le oche che mi correvano sulle braccia nel vedere Emily finalmente felice e radiosa e la musica in sottofondo. Rimane comunque misterioso il motivo per cui li facciano interagire senza nessun altro presente in un auspicabile percorso psicologico guidato di avvicinamento.  Flynn ci viene tendenzialmente presentato sempre da solo – emotivamente da solo – e quella che ci era sembrata una forma precoce di insopportabilità adolescenziale si palesa in questa circostanza come confusione per via dell’ignoranza sulle sorti della madre. Flynn non era scontroso, quanto piuttosto chiuso rispetto all’intera vicenda che riguardava Emily perché, sembrerebbe, nessuno si è mai preso del tempo per spiegare in termini comprensibili che cosa fosse successo. Ed è molto dolce (leggi: devono ancora raccogliermi dal pavimento) che trovi il coraggio di chiederlo direttamente a lei in un momento di relax e particolare sintonia arrivato molto in fretta, come se Flynn avesse sempre in fondo bramato di riempire il vuoto relativo alla scomparsa della madre e non vedesse l’ora – inconsciamente – di aprirsi al calore di un affetto imprescindibile.

 
 

Erano complici. Erano madre e figlio che riscoprivano somiglianze e affinità. Emily era così felice che Flynn avesse fatto qualche passo avanti nella sua direzione da farmi una tenerezza inenarrabile. Un po’ di necessaria gioia anche per lei!

Naturalmente il Fato ha scelto il momento giusto per scatenare il dramma e riportare Emily, e noi, dentro al ciclone del suo PTSD che torna a scuoterla con prevedibile violenza non appena Flynn viene preso in carico dal pronto soccorso e lei può iniziare a rilassarsi. Il panico tende sempre a presentare il conto quando la situazione di allarme non è più solo sulle nostre spalle. Terribili le scene del collasso in bagno, nascosta agli sguardi, in cui viene presa dalle solite temibili allucinazioni a tema acquatico.

Naturalmente si è trattato di un incidente. Altrettanto naturalmente Emily finisce per essere considerata irresponsabile e colpevole dall’altra perfettissima madre che: “A me queste cose non capitano mai”. :alzagliocchialcielo:

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2 COMMENTS

  1. Nick e la bionda sono sposati o solo conviventi? Non so se è stato spiegato ed io me lo sono perso ma comunque mi domando: supponendo che siano sposati adesso che Emily è tornata il nuovo matrimonio non è più valido, giusto? E come mai nessuno sembra preoccuparsene?
    Si vede che Nick è preoccupato per Emily e tiene a lei ma non dovrebbe essere ancora innamorato? Prima di essere rapita è stata sua moglie ed il loro rapporto si è interrotto proprio per quella disgrazia e non per mancanza di sentimento. Forse è solo una mia impressione ma io vedo poco coinvolgimento tra i due.

    • Ciao! Grazie per il commento. Nick e Alice sono sposati, viene detto nella sinossi ufficiale, inoltre Emily si rende conto della realtà in ospedale guardando la fede diversa dalla loro e gli dice anche “Torna in casa con tua moglie” quando va a vedere Flynn la prima volta. Non ho idea di come funzioni con i certificati di morte presunta, ed è vero che non stanno trattando l’argomento.
      Sul sentimento di Nick ci addentriamo in un sentiero interpretativo. Io penso che lui abbia fatto un percorso di lutto in cui è riuscito a far spazio a un nuovo amore, che a me (è proprio solo la mia opinione) pare molto più tiepido rispetto a quello che prova(va) per Emily, ma è anche difficile comprendere le sfaccettature visto che lui è in mezzo a una situazione in cui cerca di fare la cosa giusta e nel frattempo la parte thriller diventa prioritaria e sempre più grave. Io in lui vedo trasporto, ma sotto coltri di confusione.

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