Home Altro Absentia 1×03 – Proteggiamo Emily Byrne a ogni costo

Absentia 1×03 – Proteggiamo Emily Byrne a ogni costo

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Confesso. Fino a questa puntata Alice mi era simpatica. Quanto meno comprendevo le motivazioni per cui era portata ad agire e a considerarsi come l’unica persona dotata di buonsenso dentro a quel caos. Adesso vorrei consigliarle di evitare occhiate tanto sprezzanti e, soprattutto, di credersi tanto superiore a chiunque. Sì, la situazione è tremenda e sì, anche tu hai un enorme rospo difficile da mandare giù e tuo marito è latitante e la tua vita non sarà mai più la stessa. Questo non ti dà il diritto di comportarti come se Emily fosse un insetto repellente da schiacciare con la scopa e buttare fuori casa. È la madre di Flynn. Lui ha il diritto di stare con lei e imparare a conoscerla, in qualsiasi circostanza e tu, Alice, non puoi farci proprio niente.

Quanto è stato struggente vedere Emily che capisce che è lei il terzo incomodo nel quadretto familiare, quanto abbiamo pensato che fosse ingiusto e insopportabilmente doloroso? Eppure lei dolcemente si tira indietro, per far spazio e rispettare quella che è la “famiglia reale”, non quella che sarebbe dovuta essere. Questa è una Madre.

Nick. Veniamo ora al nostro uomo tormentatissimo. A me pare sempre molto evidente che lui sia un uomo incapace di salvare capra e cavoli, di tenere in piedi una situazione complessissima in cui tutti gli rendono note le sue mancanze al punto da farlo diventare sempre più pallido e anemico a ogni puntata che passa. Come dice Emily, non eri cuor di leone prima, non puoi iniziare adesso. Non è l’uomo che infrange le regole o che ha una volontà forte. È il bravuomo che non ha mai fatto male a nessuno, ligio al dovere, il cittadino/agente modello. Mi pare altrettanto evidente che a lui piaccia il lato indomito e la volontà implacabile della prima moglie e che consideri la seconda come il nume del focolare, quella che, deduco, ha saputo lenire le sue ferite e ridargli una certa tranquillità dopo la tragedia. Ma l’effetto che gli fa Emily, non glielo fa nessuno. Può così dire che è perché “è la madre di mio figlio”, ma io percepisco ben altro! Più cerca di contenere la forza indomabile che sente istintivamente provenire da lei e più ne è attratto e più si ingarbuglia cercando di tenersi a debita/rispettosa distanza da entrambe e più rischia di finire nel sacco di un amore che non è mai scomparso, secondo me.

 
[Sexual tension alert]

Jack. Finalmente possiamo parlare del fratello adottivo di Emily avendo qualche dato in più grazie al quale riusciamo a inquadrarlo meglio. Ammetto che mi è sembrato che la storia di Jack si stata fatta precipitare un po’ forzatamente. Trovo comprensibile quello che gli è successo in passato: la sorella scompare in circostanze terribili, non viene mai ritrovato il corpo, e il colpo è così forte, unito alla responsabilità del padre, da farlo crollare e diventare alcolista. Sono io poco empatica? Perché mi sfugge come mai sia nuovamente a pezzi. Certo, è una situazione difficile per tutti, ma per lui non ci sono apparenti conseguenze negative. La scenata che segue, che a me ha colto impreparata, sembra invece molto familiare per Emily, che non batte ciglio di fronte alle accuse di essere stata la super star della famiglia (con conseguente gelosia da parte di Jack) e che “si stava meglio quando si stava peggio”.

 

Ora. A me fa proprio male il cuore come nessuno pensi al benessere emotivo di Emily, nessuno tenga conto del suo stato vulnerabile nel rapportarsi con lei. Le si scagliano tutti contro come se fosse il capro espiatorio di ogni passata e presente frustrazione. Sono arrabbiati con lei, che è sì una tappa del lutto, ma che dovrebbe svanire dal momento che 1. il lutto dovreste averlo superato e 2. la morta è tornata. Continua ad apparirmi onestamente assurdo che l’unica voce gentile sia quella dello psichiatra che la incoraggia e le consiglia di essere indulgente con se stessa. Lo trovo persecutorio e ingiusto. E sì, non è perfetta e non è un essere umano che fa solo cose sensate. Anzi, apprezzo il realismo con cui ce la mostrano fare cazzate azioni non ben ponderate, sbagliando, naturalmente, in preda a impulsi che meriterebbero una seconda riflessione. E capisco bene la frustrazione di Nick quando scopre che lei gli ha mentito. Ma quanto male fa la confessione di Emily sull’essersi presentata a casa di Nick per vedere come sarebbe stata la sua vita? Soprattutto nello scoprire che, alla luce dei fatti, la vita di chiunque era migliorata senza di lei, al contrario di quello che accade nei film? Lo ripeto. È profondamente ingiusto. E doloroso. E triste. Ma più di tutto ingiusto.

 

È una donna traumatizzata, all’interno di un percorso di guarigione, che deve difendersi da accuse impreviste e a cui è stata rubata la vita di prima, senza che ci sia, ancora, una spiegazione. Se qualche volta non si comporta secondo le regole della buona cittadina rispettosa, a me non sembra il caso di puntare il dito con tanta sicumera. Sono completamente dalla sua parte. Ho ancora negli occhi lo sguardo di sollievo quando Nick la corregge usando il plurale “Non cosa farai tu, cosa faremo noi”. Insieme. Perché Emily è fondamentalmente molto, molto sola. E per lei Nick è l’unico appiglio scivoloso in un mare in tempesta. Perché è evidente che lui non può essere quello che lei necessita, sia perché non può ufficialmente, sia perché non è abbastanza forte.

Come dice la mia amica Valeria, che è fonte peraltro di qualsiasi aiuto tecnico (leggi: gif), nonché di scleri in diretta nella visione della puntata, Emily è una donna forte. E vulnerabile. E forte. E tutto quello che ci sta in mezzo.
Ed è splendido vedere tutte queste nuances. È formidabile, finalmente, vedere una protagonista femminile in ogni sua sfaccettatura, in preda al caos della sua vita, spesso confusa, sicuramente a tratti non condivisibile, ma reale. Umana. Non infiocchettata nel solo ruolo di eroina tragica che per essere amata e rispettata non deve sbagliare assolutamente MAI. È una donna che potrebbe essere tutti noi se dovesse mai capitarci una situazione tanto paradossale. E per questo motivo la sento vicina e l’ammiro totalmente, perché non serve essere perfetti per essere apprezzati, eccetera. I stand with Emily.

Fatemi sapere che cosa pensate del dipanarsi di questa intricatissima storia!
Alla prossima
– Syl

4 COMMENTS

  1. Ciao,ben ritrovata! Prima di tutto ti ringrazio perché scrivendo la recensione mi dai anche molte spiegazioni su certi aspetti che non avevo colto, o capito. Infatti,se riesco a vedere qualche episodio è perché mi capita di trovarli per caso qui e là,visto che non riesco assolutamente a scaricarli,sono una vera frana in informatica, shame on me! Quindi doppiamente grazie, ora mi sembra tutto più chiaro,e come sempre sono pienamente d’accordo sull’analisi psicologica dei personaggi.
    P. S. Ma l’incidente sul kart,cioè il guasto al veicolo di Emily secondo te era provocato da qualche oscura presenza?

    • Ciao! Guarda, onestamente non avevo pensato nello specifico che potesse essere stato provocato da qualcuno, ho ritenuto fosse stato un incidente sfortunato e basta. Però, visto che il telefilm è completamente pervaso dal sospetto su ogni fronte, in qualsiasi ambito, potrebbe benissimo essere.

  2. Non so proprio come tu faccia ad essere così brava, a scavare nel profondo, quasi conoscessi i personaggi da tanto. Ti invidio.
    Comunque, la storia mi sta finalmente appassionando.
    Non ho ancora ben inquadrato il detective e come e perché lui (forse lui un po’ meno) tutti siano convinti della colpevolezza di questa povera disgraziata senza concederle un minimo di garanzia. E non capisco perché. In fondo era un’agente, mica una qualunque trovata per caso.
    Insomma, le mie sensazioni sono uguali alle tue anche su tutto il resto, quindi non ho niente da aggiungere. Non ho la minima idea dello sviluppo della storia, il che è già di per sé un fatto positivo.
    Ecco, semmai vedo Nick un po’ più forte di come lo descrivi: in fondo, si sta dando da fare per lei ed ha pure rischiato se stesso andando a parlare con l’apparentemente reprobo Adam. Ora, per lei conta solo risolvere la faccenda criminosa, ma in seguito verrà il tempo di affrontare l’ingarbuglio sentimentale.
    Non vedo l’ora di guardare il prossimo episodio.

    Amo Stana: amo l’attrice e amo la donna.

    P.S.: ma ora Nick tecnicamente risulta bigamo? Va beh, chissenefrega.

    • Ciao! Questa storia della bigamia in effetti è rimasta in sospeso, non ne hanno mai lontanamente parlato, a me parrebbe di sì (che il matrimonio n.1 sia valido), ma così a sensazione, non ho controllato.
      Il detective a me piace per come è caratterizzato, cioè mi piace come personaggio così diverso dagli uomini tutti ordinati e d’un pezzo dell’FBI, ma non so ancora collocarlo precisamente. Avverto, come te, che non è totalmente persecutorio nei confronti di Emily, ma non posso fare a meno di sospettare di chiunque, anche se tendo a posizionare il “complotto” all’interno dell’FBI (se deve essere complotto).
      E’ interessante la tua percezione di Nick, che io invece tendo a vedere poco reattivo, perché schiacciato dall’enorme casino, ci rifletterò su, grazie per lo spunto!

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