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5 Luoghi Comuni Sulle Donne E I Videogiochi

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5 Luoghi Comuni Sulle Donne E I Videogiochi

In ogni ambiente, si sa, esistono dei pregiudizi granitici e la cosa è particolarmente vera quando si parla di donne e di videogiochi.
Facendo parte della categoria, mi son spesso trovata etichettata da questi luoghi comuni e ho deciso di stilare un elenco che racchiuda i cinque in assoluto più fastidiosi:

  1. Noi donne utilizziamo solo classi o tipologie di personaggi dedicati alla cura e al supporto perché il nostro livello di abilità non ci consente di fare di più e se osiamo provare altro la partita è persa in partenza. Ora, al di là della veridicità o meno di quest’affermazione, vorrei far notare ai signori uomini che giocare con un healer senza mani non è esattamente una passeggiata di salute, in quanto significa che loro, veri maschi e assassini duri e puri, imploderanno al primo tuffo ad angelo in mezzo agli avversari.
    Ciliegina sulla torta: quando usano un personaggio di supporto, le donne curano solo il loro ragazzo, lasciando il resto del team ad agonizzare indisturbato sul ciglio della strada.
  2. Le donne utilizzano solo personaggi carini e coccolosi e si interessano più all’aspetto cha all’utilità effettiva delle armature che indossano. Personalmente cerco sempre di avere un equipaggiamento idoneo al contenuto che sto affrontando, sia per statistiche che per livello, ma ciò non mi impedisce di applicargli una skin graziosa se la possiedo.
    Rimane il fatto che vedo in giro guerriere create da uomini addobbate come passeggiatrici sul lungomare dopo il tramonto, quindi direi che il discorso è applicabile a entrambi i sessi.

    Sconvolgente, eh?
  3. Quando una donna trova un gruppo di giocatori maschi, lo colonizza manco fosse la regina dell’alveare dell’Ape Magà e lo difendono strenuamente da ogni possibile minaccia (leggi: da qualsiasi esemplare di femmina adulta che rischi di mettere in discussione la sua egemonia e di rubarle le attenzioni dei “suoi” uomini). Niente di più sbagliato: faccio parte di diverse community e in tutte le ragazze riescono a convivere serenamente e pacificamente.
  4. Promettono favori sessuali o mettono in mostra gli attributi per ricevere aiuto e doni e raggiungere livelli alti più facilmente.
    A questo luogo comune si aggiunge la convinzione che, se fanno streaming, le visite al loro canale non siano effettivamente dovute alla loro competenza in gioco ma al fatto che mettono in mostra tette/culo/inserire un organo a caso qui.
    Anche in questo caso, si tratta di una marea di str… ehm, stupidate, perché ho visto video e streaming di ragazze estremamente preparate e in grado di intrattenere e divertire senza necessariamente uscire una tetta.
  5. Se riescono a trovare un team/community talmente folle e lesionista da accoglierle, le donne procedono inesorabilmente alla sua distruzione, utilizzando le loro armi di seduzione per mettere i membri gli uni contro gli altri e causare fratture insanabili.In questo caso mi sento di ricordare ai lettori che se una ragazza ti chiede di fare una partita non c’è nessun messaggio subliminale che si possa tradurre in “Voglio disperatamente fare sesso con te”. Purtroppo molto spesso, in questo ambito come in altri, molti atteggiamenti innocenti vengono spesso totalmente travisati e arricchiti di significati nascosti che non hanno nessun senso o derivazione logica.

Ora non voglio negare che esistano individui di sesso femminile che rispecchiano uno o più dei comportamenti sopra elencati. Quello che ci tengo a precisare è che non tutte le donne che si accostano al mondo dei videogame sono così: ce ne sono alcune (la maggior parte) che lo fanno perché, sconvolgente a dirsi, vogliono semplicemente giocare.

Prima di chiudere ci tengo a ringraziare la community dei Sexy Panda Tea Party, che mi ha aiutato a stilare questa lista.

E voi? Siete mai stati vittime di pregiudizi legati esclusivamente al vostro sesso? Fatecelo sapere nei commenti!

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Nata come Elisa, fin da bambina dimostra un’inquietante e insopprimibile attrazione per i telefilm e per il bad boy di turno. Le domeniche della sua infanzia le trascorre sfrecciando con Bo e Luke per le stradine polverose della sperduta contea di Hazzard. Gli anni dell’adolescenza scivolano via fra varie serie, senza incontrarne però nessuna che scateni definitivamente il mostro che dorme dentro di lei. L’irreparabile accade quando un’amica le presta i DVD di Roswell: dieci minuti in compagnia di Michael le bastano per perdersi per sempre. Dal primo amore alla follia il passo è breve: in preda a una frenesia inarrestabile comincia a recuperare titoli su titoli, stagioni su stagioni, passando da “Gilmore Girls” fino ad arrivare a serie culto quali “Friends” ed “ER”. Comedy, drama, musical… nessun genere con lei al sicuro. Al momento sta ancora cercando di superare il lutto per la fine di “Sons of Anarchy”, ma potrebbe forse riuscire a consolarsi con il ritorno di Alec in quel di Broadchurch…

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